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SKBF-CSRE Bildungsbericht 2010 IT

104 Efficienza/costi Livello secondario I skbf | csre Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa correre all’impiego di «personale ausiliario». La grandezza ottimale di una scuola a sua volta dipende dall’ambiente socio­culturale della scuola stessa. Più il contesto è eterogeneo, più si rivela efficiente avere scuole più piccole (cfr. Picus 2001, Pan, Rudo & Smith­Hansen 2003). Il rapporto fra ore di insegnamento e prestazione Poiché per un’analisi dell’efficienza è difficile mettere in relazione gli input monetari con l’output in prestazione scolastica, conviene, come passo in­ termedio, usare gli input reali. Il grafico 65 mostra il rapporto tra l’onere di insegnamento e la prestazione degli allievi in scienze naturali. Nei cantoni considerati nell’indagine PISA 2006, la differenza tra il numero complessivo di ore d’insegnamento più alto e più basso (7a –9a classe) in scienze natura­ li superava le 180 ore. Anche se la determinazione del numero di ore non è del tutto precisa (sono state scelte le materie biologia, chimica, fisica e geo­ grafia), emerge una correlazione (0,33). Tendenzialmente i cantoni con più ore ottengono risultati migliori. L’esempio più evidente è dato dal Canton Sciaffusa. Contemporaneamente tuttavia quattro cantoni con più o meno lo stesso numero di ore (da 316 a 325) ottengono dei risultati molto diversi fra loro, compresi cioè fra 490 e 525 punti (Ramseier 2008, Moser & Angelone 2008). Ciò dimostra che anche in questo caso vale ciò che risulta spesso in ambito scientifico, e cioè che la correlazione tra input e output nella realtà è bassa perché vi sono molte unità di osservazione (qui i cantoni) il cui rap­ porto tra input e output è inefficiente. Graficamente ciò può essere illustrato collegando con una linea (il cosiddetto margine di efficienza) i cantoni con la migliore correlazione input­output e constatando che la maggioranza dei cantoni non si trova sul margine di efficienza, ma ben al di sotto. Per trarre delle conclusioni sull’efficacia di eventuali ore supplementari di insegnamento che siano utili per la politica formativa, occorrerebbe tutta una serie di ulteriori informazioni. Per primo andrebbe chiarito se la maggior efficacia, cioè le migliori prestazioni nei cantoni con un un numero maggiore di ore di insegnamento siano veramente una conseguenza dell’effettivo delle ore e non di altre peculiarità dei sistemi scolastici cantonali non considerate in una relazione bivariata. Nel caso in cui un numero di ore di insegnamento supplementare producesse effetti positivi, occorre considerare che ogni au­ mento della dotazione oraria in una materia specifica va a scapito di un’altra materia. Un tale provvedimento è sostenibile solo se i benefici che ne trae la materia che viene potenziata superano gli svantaggi che potrebbero in­ sorgere per la materia le cui ore vengono ridotte. Ciò può essere giudicato solo misurando l’output delle due materie e considerandone anche gli aspetti sociali, poiché la prestazione degli allievi in una materia non viene valutata nel mondo del lavoro allo stesso modo della prestazione in un’altra materia. Solo quando tutte queste domande e riflessioni hanno trovato una risposta, le informazioni guida possono essere utilizzate sul piano politico­formativo. Infine un’ultima domanda sarebbe se il profitto raggiunto con le ore di inse­ gnamento supplementari non potrebbe essere ottenuto in maniera più effi­ ciente con altri mezzi, per esempio con l’impiego di altri metodi o tecnologie di insegnamento che permetterebbero di sfruttare meglio il tempo dell’ora lezione. Anche queste misure non vanno tuttavia esaminate solo dal punto di vista dell’efficienza temporale, ma anche economica. 65 Prestazioni PISA nelle scienze naturali per numero di ore di insegnamento, 7°–9° anno scolastico Dati: UST/CDPE 2007 prestazioni cantonali medie in punti PISA R = , numero di ore di insegnamento 7°–9° anno scolastico

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