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SKBF-CSRE Bildungsbericht 2010 IT

211Scuole universitarie professionali Efficienza Rapporto sul sistema educativo svizzero | 2010 Nonostante la modularizzazione degli studi imputabile alla riforma di Bo­ logna, la durata degli studi fino al conseguimento del primo titolo (diploma o bachelor) è rimasta immutata. Non si sono quindi concretizzate le previ­ sioni di un prolungamento degli studi a causa di detta modularizzazione. Il fatto che i diplomati delle scuole universitarie professionali ottengano il titolo due anni prima di uno studente universitario, con un salario iniziale praticamente equivalente, può essere considerato un vantaggio in termini di efficienza delle scuole universitarie professionali (  grafico 166). Il costo annuo dell’insegnamento per studente non diverge solo in funzione del curricolo, ma anche dell’istituto (  grafico 167). Il costo della formazione è determinato dal prezzo dell’input (soprattutto stipendi), dalle spese mate­ riali e infine dal rapporto studenti/docenti. Dal raffronto delle facoltà emer­ ge, come previsto, che esiste un forte nesso negativo fra il rapporto studenti/ docenti e il costo per studente (  grafico 168). Attualmente non si possono però ancora determinare i fattori che influenzano le disparità di costo delle diverse scuole universitarie professionali (nelle stesse discipline) e bisogna quindi operare con alcune considerazioni di fondo. La quota di studenti la­ voratori ha innegabilmente un influsso positivo sui costi; alla Scuola uni­ versitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), che in tutte le facoltà vanta bassi costi per studente, si forma per esempio un numero mediamente superiore di persone che seguono gli studi accanto alla loro attività lavorati­ va.5 Non si conferma invece l’ipotesi che sono soprattutto gli effetti di scala o il prezzo dell’input a provocare le divergenze di costo fra istituti: le scuole universitarie professionali con grossi effettivi di studenti non lavorano tut­ te a minor costo, né gli istituti situati in città con un elevato livello salariale sono necessariamente più cari. Il rapporto studenti/docenti nelle scuole universitarie professionali è com­ parabile a quello degli istituti universitari, con la sola differenza che nelle scuole universitarie professionali sono essenzialmente i professori a inse­ gnare. Eccetto i settori della tecnica, dell’architettura e dell’economia, sono rari gli assistenti destinati ad affiancare i docenti nell’insegnamento e nella ricerca. Nella maggior parte delle facoltà si conta meno di un assistente per professore, mentre negli istituti universitari il numero sale a 2–15 per pro­ fessore. Questa è senza dubbio l’espressione di una diversa impostazione dell’insegnamento nei due tipi di istituto: nelle scuole universitarie pro­ fessionali la formazione avviene in piccoli gruppi, in seminari animati da docenti, mentre negli istituti universitari predomina la lezione frontale in un grande auditorium. È comunque opportuno sottolineare che il rapporto studenti/docenti sopra illustrato non riflette con quale intensità si segua lo studente: in entrambe le tipologie di istituti vi sono collaboratori, soprat­ tutto professori, assunti solo per la ricerca e che quindi non intervengono nell’insegnamento. 5 Altri fattori che spiegano il basso livello di costi alla SUPSI: maggiore impiego del corpo intermedio (accordo di cooperazione con l’Università della Svizzera italiana per il dottorato) nonché integrazione della Fernfachhochschule di Briga, la quale ha una spesa inferiore per­ ché forma a distanza i suoi studenti.

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