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SKBF-CSRE Bildungsbericht 2010 IT

257Formazione continua Efficacia Rapporto sul sistema educativo svizzero | 2010 attività di formazione continua autofinanziate oppure la formazione conti­ nua autofinanziata potrebbe essere rivolta a un altro posto di lavoro e quindi l’effetto salariale apparirebbe solo al momento del cambiamento di posto di lavoro. La formazione continua pagata dall’azienda dipende quindi da una selezione effettuata dal superiore gerarchico o dall’individuo stesso. Questa selezione avviene da ambo le parti sempre in base a valutazioni utilitaristiche indivi­ duali. Il dipendente e il datore di lavoro decidono pertanto sempre in modo razionale: il primo se partecipare alla formazione continua e il secondo se contribuire al finanziamento di tali attività. Da queste situazioni potrebbero insorgere delle perdite a livello di benes­ sere personale, nel caso in cui le persone poco qualificate non seguano abba­ stanza perfezionamenti perché non vi vedono un’utilità personale (Wolter, Denzler, Evéquoz et al. 2003) e i datori di lavoro non promuovano a sufficien­ za la formazione continua perché non la ritengono abbastanza interessante per l’attuale rapporto di lavoro. Se più tardi il dipendente dovesse essere di­ soccupato, sarà la società ad accollarsene i costi. In questi casi, sarebbe stato forse più efficiente aver promosso prima la formazione continua mediante fondi pubblici. Il maggiore impegno dello Stato per questo tipo di iniziative potrebbegiustificarsiconl’utilitàsocialechenederiva( Equità, pagina 259). Diverse valutazioni dei provvedimenti politici attivi presi sul mercato del lavoro a livello svizzero ci offrono inoltre dei risultati empirici concre­ ti sull’utilità della formazione continua (cfr. Ragni 2007; Wolter, Denzler, Evéquoz et al. 2003). Nel valutare però le misure politiche prese sul mercato occupazionale, si deve considerare che si misurano innanzitutto gli effetti più immediati, come il reinserimento nella vita attiva, mentre lo sviluppo a lungo termine del capitale umano ottenuto grazie ai corsi è di rado oggetto di tali analisi. Se si considerano gli obiettivi a breve termine, come reinserire rapidamente la persona nel mondo del lavoro o evitare la disoccupazione di lungo periodo, i corsi di formazione continua danno risultati scarsi o addi­ rittura negativi. Dalle indagini condotte in Svizzera (v. per esempio Marti & Osterwald 2006) non emerge un impatto significativo dei corsi (informatica, lingue, programmi di base, ecc.); altri studi rivelano addirittura effetti nega­ tivi, nel senso che la formazione continua aumenta la durata della disoccu­ pazione e può provocare dei cosiddetti effetti di lock­in3 (cfr. Lalive d’Epinay, Zehnder & Zweimüller 2006; Egger & Lenz 2006). Sul lungo termine si osservano però ripercussioni nettamente positive di tali programmi di formazione. Su un periodo fino a otto anni, gli effetti po­ sitivi riscontrati sono le migliori opportunità di occupazione o di guadagno (cfr. per la Germania: Lechner, Miquel & Wunsch 2007; Lechner & Wunsch 2006). Per motivi di protezione dei dati, in Svizzera non è stato ancora pos­ sibile effettuare studi analoghi (Ragni 2007). 3 Durante le iniziative di formazione continua cala l’incentivo a cercare lavoro e vi è quin­ di il pericolo che la persona rimanga prigioniera della disoccupazione (lock­in).

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