283 Rapporto sul sistema educativo svizzero | 2014 Effetti cumulativi Introduzione Valutazione delle caratteristiche personali La psicologia conosce numerose possibilità per cogliere e descrivere le caratteristiche per- sonali di ogni individuo. A titolo di esempio e in modo cronologico citiamo la teoria della personalità di Allports con oltre 4000 caratteristiche (Allport & Odbert, 1936); negli studi sui fattori analitici di Cattell si fa riferimento a 16 fattori della personalità (Cattell, 1965), mentre la teoria di Eysenck si basa su tre dimensioni personologiche fondamentali (Eysenck, 1992). Nel frattempo, nella ricerca empirica come in quella non psicologica si è imposto soprattutto il modello dei «Big Five», che descrive la personalità di un individuo in base a cinque dimensioni principali. Lo sviluppo di questa teoria ha avuto inizio oltre 50 anni fa con i lavori di Goldberg (1981) e McCrae & Costa (1987). Benché la ricerca non fosse e non sia sempre d’accordo sull’esatta designazione di questi cinque fattori, si è affermata la classificazione seguente: estroversione, gradevolez- za, coscienziosità, nevroticismo e apertura all’esperienza. Questi Big Five rappresentano categorie di caratteristiche molto generiche e ciascuna include una serie di sottogruppi specifici. Ad esempio, il fattore dell’estroversione contiene più caratteristiche come la lo- quacità, il dinamismo, l’apertura mentale o la comunicativa. Esistono diversi utilizzi per la misura empirica dei Big Five e le valutazioni avvengono sempre più sovente anche nell’ambito di regolari sondaggi tra la popolazione condotti su vasta scala come, ad esempio, il Panel svizzero delle economie domestiche (PSM), il Sozio- ökonomisches Panel (Panel socioeconomico, SOEP) per la Germania, l’indagine Household, Income and Labour Dynamics Survey in Australia (HILDA Survey) o il British Household Panel Survey (BHPS) in Inghilterra; questa prassi ha notevolmente favorito l’utilizzo di tali concetti nella ricerca empirica sulla formazione. Mentre è dimostrato che gli outcome monetari e non monetari sono influen zati positivamente sia da caratteristiche cognitive che non cognitive, non è sempre chiaro nel caso delle caratteristiche non cognitive in che misura abbia luogo anche un’influenza inversa, ovvero se gli outcome modificano le carat teristiche non cognitive poi riscontrate. Questa potenziale causalità inversa rende difficile l’interpretazione dei rapporti individuati nelle ricerche tras versali e suggerisce studi longitudinali, di panel o di coorte. Acquisizione di capacità non cognitive e correlazione con capacità cognitive Diversamente dal caso della produzione e dell’acquisizione di capacità cogni tive (v. ad es. Todd & Wolpin, 2003), sia la valutazione che la ricerca dei fatto ri e degli effetti delle capacità non cognitive sono ancora agli inizi. Mentre i vari capitoli del Rapporto sul sistema educativo si concentrano soprattutto sull’influsso che le istituzioni di formazione esercitano sullo sviluppo delle capacità cognitive, non è ancora chiaro il ruolo assunto dal contesto educa tivo formale nello sviluppo delle capacità non cognitive e se non siano piut tosto la famiglia (intesa geneticamente e in quanto luogo di socializzazione), l’ambiente sociale (ad es. la cerchia di amici) o il tempo libero i fattori deter minanti nello sviluppo di queste risorse.1 1 Sulla base di dati tedeschi, Felfe, Lechner e Steinmayr (2011) dimostrano che l’appartenen Dal 2011 l’OCSE sta conducendo un pro getto lungimirante chiamato «Education and Social Progress», che si occupa di studiare gli effetti delle capacità cognitive e non cognitive sugli outcome sociali ed economici e di attribuire a famiglia, scuola e società i rispettivi ruoli all’interno di questi processi. A questo scopo vengono svolte analisi empiriche anche con dati svizzeri ricavati dal panel longitudinale con allievi della coorte PISA 2000, nel quadro del cosiddetto studio TREE (Transi- zione dalla scuola al mondo del lavoro). Alcuni risultati provvisori sono trattati nel presente capitolo.