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SKBF-CSRE Bildungsbericht 2014 IT

287 Rapporto sul sistema educativo svizzero | 2014 Effetti cumulativi  Utilità della formazione in considerazione è che in materia di posti di lavoro occorre distinguere fra lavori rutinari e lavori non rutinari. In passato l’attenzione era stata rivolta soltanto alla differenza fra attività manuali e cognitive. Nel caso delle attività manuali si era potuto osservare un calo costante dei posti di lavoro dovuto alla possibilità di sostituire la manodopera con le macchine o di trasferire la produzione nei Paesi in via di sviluppo. Ciò ha portato alla necessità di in­ vestire maggiormente nella formazione e nello sviluppo delle capacità co­ gnitive dato che presto non vi sarebbero stati più posti di lavoro orientati alle capacità manuali. Oggi l’aspetto determinante non è più la distinzione tra capacità manuali e cognitive, ma il fatto che nelle attività manuali come nelle attività cognitive può succedere di dover svolgere mansioni di routine e mansioni non rutinarie, dove soltanto le ultime – e questo a prescindere da che siano manuali o cognitive – offrono una certa protezione da trasfe­ rimenti o razionalizzazioni imposti dalla tecnologia (v. ad es. Autor, Levy & Murnane, 2003; Goos & Manning, 2007; Goos, Manning & Salomons, 2011; Michaels, Natraj & van Reenen, 2010). Mentre la suddivisione in attività ma­ nuali e cognitive poteva di norma essere messa in relazione con un basso o un alto livello formativo, la nuova distinzione implica anche un rischio per le persone altamente qualificate, segnalando il pericolo anche nelle profes­ sioni che presuppongono una formazione di lunga durata. Il rischio per le persone altamente qualificate sussiste meno nella disoccupazione dato che possono sempre svolgere lavori che richiedono qualifiche più basse; il rischio concerne piuttosto una maggiore perdita di guadagno. Queste dinamiche de­ terminano in particolare per questo gruppo di persone una forte dispersione salariale ( grafico 272 ). Salari Le differenze nella formazione determinano non soltanto la probabilità di tro­ vare un posto di lavoro, ma anche il reddito risultante dall’attività esercitata. Le differenze di reddito legate al livello formativo si spiegano, da un lato, con lo scarto di produttività tra le persone con qualifiche diverse e, dall’altro, per il fatto che i posti di lavoro più produttivi, per motivi di dotazione tecnologica, vengono tendenzialmente assegnati a persone altamente qualificate. Le differenze salariali, risultanti da una diversa durata della formazione formale, vengono descritte come rendimento privato della formazione. In questo caso bisogna partire dal presupposto che il valore degli anni di for­ mazione formale sotto forma di maggiori retribuzioni viene regolarmente sopravvalutato dato che altre competenze non osservabili, o difficilmente os­ servabili, in particolare le capacità non cognitive, sono in una correlazione po­ sitiva con la formazione formale (v. ad es. Heckman, Stixrud & Urzua, 2006). In Svizzera, negli ultimi 20 anni, i vantaggi salariali associati a un anno di formazione supplementare ( grafico 271 ) hanno segnato valori compre­ si tra il 5,5% e il 6,5%. Un valore del 6% indica che, dopo il termine del suo percorso accademico, un individuo che ha assolto uno studio master di cin­ que anni potrebbe aspettarsi in media per ogni anno di attività lavorativa un vantaggio salariale del 30% rispetto a una persona che dopo la maturità ha cominciato a esercitare una professione senza continuare gli studi. In questi ultimi 20 anni, il rendimento della formazione è stato soggetto a variazioni cicliche e mostra ora una lieve tendenza alla ripresa. In altre parole, l’aumen­ to generale del livello formativo della popolazione attiva non ha portato a

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